Piano ribassato mista 1^ e 2^ classe Scala N

Nella realtà nella versione XMPR (dal sito Ferrovie.info)
Il mio modello

Le vicinali sono state le prime carrozze in Italia dotate di una sezione con pianale “ribassato”, ovvero posto a 350 mm dal marciapiede normale e a 50 mm dal marciapiede rialzato; ciò permetteva un incarrozzamento più rapido e meno difficoltoso.
Le porte sono a “libro” (due battenti pieghevoli) e vengono comandate direttamente dal macchinista o dal capotreno. I vestiboli sono separati dagli ambienti viaggiatori tramite delle porte scorrevoli a doppio battente.
Tali carrozze sono state fra le prime in Italia ad essere costruite anche in versione semipilota, cioè con una cabina di guida ad una delle estremità delle carrozze, garantendo pertanto la possibilità di formare composizioni di convogli reversibili.
In origine, la prima serie si distingueva dalla seconda anche per l’arredo interno molto più spartano, con sedili singoli a schienale basso e poco imbottiti. Alcune carrozze furono costruite anche con allestimenti di prima e di seconda classe, senza tuttavia che fra i due livelli di viaggio vi fossero differenze di rilievo. La seconda serie, invece, presentò fin da subito un allestimento a classe unica, con sedili più confortevoli, dotati di schienale intero e poggiatesta; tale allestimento venne poi implementato anche sulle vetture più vetuste.
La velocità massima delle carrozze, coerentemente ai carrelli 24V, fu inizialmente fissata a 160 km/h quando i convogli erano trainati ed a 120 km/h per convogli spinti. Poiché venne riscontrato che la stabilità di marcia non cambiava in base al fatto che la locomotiva tirasse o spingesse il treno, la distinzione fu soppressa e fu imposto un limite generale a 140 km/h.
Le carrozze PR risultano ancora oggi ampiamente utilizzate in regioni come la Puglia (dove costituiscono il 90% del parco rotabili), la Liguria, la Campania e la Lombardia; il parco mezzi andrà riducendosi negli anni a venire, essendo in programma la completa sostituzione di queste carrozze con i nuovi treni Rock, Pop, Jazz.

Da Wikipedia

La costruzione del modello scala N

Nel 2009 ho acquistato la lastrina per realizzare 2 carrozze piano ribassato, prodotte da Nino Iraci.
Da allora sono rimaste nel cassetto, ma ora voglio provare a montarle.
La lastrina si presenta molto bella e corredata di tutti gli accessori necessari. Solo i carrelli stampati in plastica non mi sembrano all’altezza del resto.
Va tenuto presente, come ho detto che è stata prodotta parecchio tempo fa, e magari, ora, certe cose sono migliorate.
Le istruzioni sono un po’ scarne, e quindi, in alcune fasi, per il montaggio, mi sono affidato all’intuito, non è quindi detto che siano montate con le procedure migliori, ma sono quelle che secondo me erano preferibili

La lastrina – fronte

 

La lastrina – retro

 

Il pezzo con le fiancate e il tetto visto dall’esterno.

 

E dall’interno

 

L’ho curvata servendomi di pezzi di tubo di varie dimensioni. Nel raccordo tra parete e tetto la curvatura è molto più accentuata che nella parte centrale.

 

Una vista di fronte

 

La testata serve come dima, ma la sua curvatura non è proprio corretta, in alto risulta piatta, mentre nella realtà, è leggermente curva come si può notare nella foto sotto presa dal web (non conosco l’autore della foto, se questi mi contatta metto il suo nome volentieri)

 

I fori di fissaggio alla cassa, nel mio caso, malgrado l’attenzione posta nella piegatura delle squadrette di appoggio delle testate, non coincidevano perfettamente, ma è bastato trasformarli in due asoline per ottenere un ottimo fissaggio.

 

L’ho lisciato bene e questo è quello che ho ottenuto.

 

Prima di fissare la testata alla cassa, ho saldato un dado M1 in corrispondenza del foro di fissaggio che avevo un po’ allargato.

 

Ho piegato la piastrina secondo le linee di indebolimento e ho passato un po’ di stagno nelle pieghe per irrobustirle.

 

La porta delle testate per la comunicazione tra le carrozze. Bisogna fare attenzione, perché i testimoni che la tengono attaccata alla lastrina non son da eliminare, stranamente rappresentano anche le spine per posizionarla correttamente sulla testata.

 

La porta dopo la piegatura e il fissaggio delle maniglie l’ho saldata dall’interno alla testata.

 

La porta di comunicazione tra le carrozze montata dall’interno.

 

Il telaio staccato.

 

Se si decide di fare il tipo con porte rientranti, si devono eliminare due linguelle in corrispondenza di ciascuna porta, e limare un po’ il fondo altrimenti il pianale tocca in corrispondenza delle porte stesse.

Una delle due carrozze ho deciso di farla con le porte laterali a filo e quindi non ho dovuto togliere nulla.
Qui si vedono i dadi per il fissaggio dei carrelli saldati sotto al fondo (ma si possono anche mettere dal lato interno), operazione identica in entrambi i modelli.
Prima di saldare il dado M1 ho allargato il foro.

 

Le piegature da fare per creare il piano ribassato.


Le alette laterali le ho piegate a novanta gradi verso l’alto (qui il pezzo è rovesciato).
ATTENZIONE: la linea di indebolimento, nelle lastrine che avevo io, è fatta sul lato opposto a quello che si fa di solito, ma non ci sono assolutamente problemi ad eseguire la piegatura.

Nella foto si vede anche la saldatura di rafforzamento all’angolo di piega.

 

Qui è visto nella posizione corretta con la parte ribassata in basso.

 

Le alette che si sovrappongono vanno saldate per irrobustire la struttura.

 

I fori di fissaggio alla cassa, nel mio caso, malgrado l’attenzione posta nella piegatura delle squadrette di appoggio delle testate, non coincidevano perfettamente, ma è bastato trasformarli in due asoline per ottenere un ottimo fissaggio.

 

Le porte laterali per il modello con rientro, prima e dopo la piegatura.

 

Bisogna prestare attenzione perché il bordo della porta è molto sottile e in fase di piega tende a essere tirato dietro al fianco creando un antiestetica inclinazione. se succede, basta posizionare il pezzo tra una pinza a becchi piatti e con un martelletto ribattere e portarlo nuovamente in piano.

 

Le porte montate.

I carrelli in dotazione sono stampati in plastica, e quelli del mio kit non erano venuti molto bene Mi sono ricordato che me ne erano avanzati dal Ddm di Nino Rizzo (nella prima versione aveva messo proprio i carrelli A24 che servono qui, mentre in quella successiva li aveva sostituiti con i Fiat a collo di cigno.
Ne ho trovati giusto 4 e devo dire che sono decisamente meglio.
Inoltre, quelli in plastica sono un po’ larghi mentre quelli in ottone restano giustamente un pelo rientranti rispetto al filo esterno della cassa.

 

Tra il carrello e la cassa deve essere fissata la rondella di ottone in dotazione. Però, nella parte centrale del carrello c’è un piccolo rialzo che non permette alla rondella di stare piana, allora ho dovuto saldare sotto un pezzetto di lamierina di scarto per creare un piano di appoggio più ampio.

 

Quindi ho tolto l’eccesso con una forbicina tonda.

 

Ho praticato un foro centrale e l’ho saldata in posizione. Ho leggermente fresato la parte superiore della rondella per eliminare lo spessore aggiunto con la lamierina.

 

Con una vite ho fissato il carrello da sotto e controllato che ruotando passi bene, con sufficiente margine, dal filo inferiore della cassa.


I respingenti sono in metallo bianco. Purtroppo no è previsto nulla per la loro sistemazione, quindi, per facilitarmi il lavoro ho fissato un pezzetto di scarto della lastrina creando un piano piatto che posso posizionare sotto alla carrozza.

 

I respingenti fissati.

 

I finestrini e le porte con i vetri da fissare e le maniglie da rivoltare verso il basso.

 

Con i vetri posizionati e le maniglie ruotate in basso.

 

Colorate e ancora prive di decals. Dietro si vedono gli interni: sono  in plastica, molto approssimativi e anche se colorati non danno un bel risultato, ma forse, come ho già detto, nelle versioni recenti può darsi che siano migliorati.

Una delle due carrozze terminata nella versione grigio ardesia, mista 1^ e 2^ classe.
L'altra solo seconda classe.
Trainate dal Truman autocostruito