E.626 Pantografi

Per prima cosa ho saldato alle basi 23 un dado da 1 facendo attenzione a non far andare lo stagno nella filettatura.

Ho piegato a 90° i due bordi indeboliti da una scanalatura girandoli dal lato opposto a quello con il dado saldato.

Ho tagliato dei pezzi di tondino di ottone da 0,5 un po’ più lunghi della base.

I bracci inferiori (24) devono essere piegati dal lato dell’incisione, è ovvio che data la sottigliezza si deve prestare particolare cura in questa operazione. Prima di tutto mi sono accertato che il tondino da 0,5 entrasse nei fori. Per fortuna l’ho fatto, il tondino non entrava e adesso è stato facile alesarli ma se lo avessi dovuto fare dopo averli montati avrei incontrato qualche problema. Stessa cosa da fare con il braccio superiore (25) che andrà inserito dopo. Per piegare le alette ho scelto di servirmi della morsa, ma essendo grossolani i suoi bordi ho inserito due angolari di alluminio che mi hanno permesso di avere un bordo lineare e preciso. Inserito il pezzo sino alla tacca, con l’aiuto di una limetta da orologiaio tenuta piatta, l’ho piegato.

Stesso lavoro dall’altro lato, ma essendoci il bordo già piegato non ho potuto tirarla giù fino in fondo e l’ultimo piccolo tratto l’ho fatto a mano con le pinze, ma a questo punto non correvo più rischi.

I 4 bracci inferiori piegati.

Ho inserito i perni nei fori più grandi dei bracci inferiori e li ho saldati dall’esterno controllando che lo stagno non li blocchi e siano liberi di ruotare.

I bracci superiori pronti per essere montati.

I bracci superiori (25) devono inserirsi, dalla parte più larga, nei fori dei bracci inferiori (24). Questa è veramente un’operazione che richiede molta cura, le parti da inserire devono essere strette tanto da far entrare le linguelle nei fori, ma c’è il rischio che i l pezzo si pieghi sotto la pressione esercitata. Allora ho accorciato leggermente uno dei peduncoli, ho infilato per primo quello rimasto lungo e poi piano, piano ho inserito l’altro. A questo punto con le pinzette ho ripiegato i peduncoli per evitare che fuoriescano.

L’elemento 26 è il supporto dello strisciante del pantografo. Ho piegato le estremità a zeta e nei fori della parte verticale ho inserito i peduncoli del braccio superiore del pantografo. Questa è stata la cosa più difficile perché se la zeta era troppo chiusa non entravano, se era troppo aperta scappavano fuori dopo averli inseriti. Allora, da una parte li ho inseriti e schiacciati con le pinze piatte perché non uscissero più e con tanta… tanta pazienza ho trovato il giusto equilibrio per farli entrare e stare fermi il tempo necessario per richiudere la zeta quanto basta a non farli scappare fuori.

Ho piegato le estremità dello strisciante e i due pernetti in mezzo li ho abbassati a 90° piegando dal lato indebolito. Li ho inseriti nei fori del supporto e li ho saldati.

Ora i pantografi sono finiti.

Mario ha concepito gli isolatori come dei funghi con un perno da 0,5 in cui si infilano, prima il dischetto piccolo (32 ) e sopra uno più grande (71). Io ho seguito il metodo da lui ideato. Mi sono fatto 4 fori da 0,55 nel legno su cui lavoro spesso e vi ho inserito dei pezzi di tondino da 0,5.

Dopo aver alesato con una punta 0,5 i dischetti ho inserito prima quello più largo e sopra quello più stretto. Così l’isolatore è rovesciato, ma sarà più agevole far penetrare lo stagno.

Saldati i quattro isolatori li ho estratti, puliti e capovolti, quindi ho accorciato a pochi millimetri il pezzo inferiore del tondino lasciando ancora lungo quello superiore.

Ho inserito gli isolatori negli appositi fori e, per essere sicuro della loro posizione rispetto ai fori della base dei pantografi, ho infilato questi nei perni e li ho tenuti li durante la saldatura che ho fatto dall’interno.

Ho troncato a filo il tondino sporgente e il pantografo sarebbe solo da saldare agli isolatori, ma non lo faccio ora perché prima devo decidere se colorare il modello e in tal caso li incollerò dopo la coloritura.